Il Re Ludwig

Ludwig II, Re di Baviera

Otto Ludwig Friedrich Wilhelm nasce nel castello di Nymphenburg (Monaco) poco dopo la mezzanotte del 25 agosto del 1845 come primo figlio del principe ereditario Massimiliano (Maximilian) e Maria di Prussia e la nascita viene accolta con lo sparo di 101 salve di cannone.

Il giorno dopo viene battezzato nella splendida cornice della “Festsaal” alla presenza dell’Arcivescovo di Monaco, con il nome di Ludwig grazie a una curiosa coincidenza e dietro espressa volontà del regnante dell’epoca, suo nonno Re Ludwig I.

Cugino della amata e sfortunata Sisi che gli diceva “Du bist sehr schon, Europas schönster König” egli è un discendente della dinastia dei Wittelsbach, dinastia la cui storia è strettamente legata alla storia della Baviera, che la governerà con vari titoli per ben 738 anni, dal 1180 quando Ottone I viene incoronato Duca da Federico Barbarossa, fino al 1918.

A causa di una educazione assai rigida il rapporto con i propri genitori e alquanto freddo e scarso e la nascita del fratello Otto, tre anni più tardi, acuisce questa rigorosa adolescenza.

Sempre impegnato nella vita di corte il re Maximilian incontra i propri figli durante il pasto di mezzogiorno e la sera sempre dinanzi alla tavola reale imbandita. Il 21 marzo 1848 suo padre diventa Re di Baviera per motivazioni lontane dalla normale routine di regnante (una delle cause l’abdicazione del Re Ludwig I dal trono di Baviera dopo lo scandalo con la ballerina Lola Montez) e di conseguenza Ludwig diviene principe ereditario all’età di 3 anni!

Anche quando Ludwig diverrà maggiorenne le occasioni di uno stretto contatto saranno rare, come rare saranno le passeggiate del re e del principe ereditario nel Giardino Inglese. Le uniche figure da cui trarrà affetto durante la sua non facile adolescenza sono la sua educatrice Sybilla Meilhaus (v. Leonrod, dal 1860) e suo zio Adalbert, il fratello più giovane di suo padre, attratto dall’arte e profondo estimatore della casa dei Borboni.

Alto (1,90 e più citano alcune fonti), bello, profondamente religioso, intelligente, idealista, amante dell’arte, della letteratura, geloso del suo potere reale (e per questo molto vicino a suo nonno Ludwig I altra figura di rilievo durante la fanciullezza del giovane principe e futuro re di Baviera), grazie a una ferrea preparazione nello sport diviene un abile cavallerizzo e passa ore e ore a cavalcare.

La futura Imperatrice d’Austria Elisabeth a cavallo a Possenhofen (da una litografia di A. Fleischmann su un dipinto di C. Piloty e F. Adam; Monaco 1854; Inv. n. 159 BSV; Herrenchiemsee König Ludwig Museum)

Il 2 febbraio 1861 Ludwig, appena quindicenne, ottiene il permesso di assistere per la prima volta a una rappresentazione di un’opera di Richard Wagner (di cui già alcuni anni prima aveva letto grazie alla sua governante), il “Lohengrin” nel teatro di Corte di Monaco. Il mondo delle leggende e delle antiche eroiche saghe cavalleresche che il futuro re conosceva fino a quel momento solo dai libri e dalle innumerevoli decorazioni pittoriche che ornano ancora oggi il castello di Hohenschwangau ora diventano realtà! Nell’opera che scorre davanti ai suoi occhi egli riconosce tutti gli alti ideali, rimanendo profondamente impressionato da questo evento che lo segnerà per tutta la vita.

Il 10 marzo 1864 dopo una breve malattia suo padre re Maximilian II muore all’età di 53 anni, lasciando la corona di Baviera al suo primo figlio, Ludwig, che diventerà così il quarto re di Baviera dopo Maximilian I (1806-1825), Ludwig I (il nonno, 1825-1848) e Maximilian II (1848-1864).

Il giorno dopo, 11 marzo, presta solenne giuramento quale nuovo Re di Baviera senza una adeguata preparazione ai compiti che lo avrebbero atteso in futuro, agli inizi dei suoi studi universitari e dopo un’infanzia triste e difficile lontana dagli affetti dei propri genitori.

Appena due mesi dopo la sua ascesa al trono il 4 maggio 1864 nella Residenz incontra Richard Wagner, perennemente in fuga dai suoi creditori, che troverà in lui il suo più grande estimatore e benefattore (salvandolo dal fallimento economico).

Il compositore viene invitato dal giovane reale di casa Wittelsbach a rimanere a Monaco, fornendogli nel contempo cospicue elargizione compreso l’appianamento dei suoi debiti e il 3 giugno nasce il progetto per la prima opera del compositore. Dopo il primo incontro Wagner stesso descriverà il Re “… E’ così bello, pieno di sentimento e glorioso da temere per la sua vita in questo mondo comune...”

Nello stesso anno dal 18 giugno al 14 luglio durante un suo viaggio a Bad Kissingen incontra l’amata Elisabeth in Bayern, sua cugina e Imperatrice d’Austria. Nonostante Sisi sia più grande di Ludwig di otto anni, il loro legame sarà molto intenso: entrambi mal sopportano la rigida vita di corte ed entrambi avranno un triste destino.

Nel 1867 dopo lo “scandalo” della sua costosa amicizia con Wagner (che nel dicembre 1865 dopo solo un anno ha già lasciato Monaco, in seguito alle veementi pressioni del suo governo) e dopo la sconfitta della impreparata Baviera nella guerra lampo delle “Sette Settimane” a fianco dell’Austria contro la forte Prussia di Bismark, il 22 gennaio si fidanza con Sophie Charlotte sua cugina e sorella minore dell’Imperatrice.

Nel maggio-giugno e nel luglio dello stesso anno (nel pieno dei preparativi per il matrimonio) Re Ludwig II, con suo fratello Otto, compie un viaggio in Turingia per visitare l’imponente Wartburg (che ispirò la “Sala dei Cantori” di Neuschwanstein) e visita l’Esposizione Mondiale di Parigi, insieme a suo nonno, l’ex re Ludwig I.

Le nozze vengono fissate per il 25 agosto, in concomitanza con il ventiduesimo compleanno del sovrano. Ma con l’avvicinarsi della data affiorano i primi timori e i problemi, legati, forse, a una latente omosessualità.

Dr. Bernhard v. Gudden (1886; Herrenchiemsee, König Ludwig Museum)

Il primo passo di Ludwig è quello di rimandare le nozze prima al 12 ottobre (ricorrenza del matrimonio dei propri genitori e di suo nonno) e poi al 28 novembre, fino a che il 10 ottobre sulla scorta di una lettera del Duca Max in Baviera rompe il fidanzamento.

Disgustato dagli affari di stato si allontana sempre di più, dando vita alla costruzione dei suoi castelli reali: prima Neuschwanstein nel 1869, poi Linderhof nel 1874 (l’unico che il sovrano vedrà terminato, nonchè il castello preferito) ed infine Herrenchiemsee nel 1878. Nel contempo la snella figura che aveva incantato i reali di tutta Europa svanisce e il persistente dolore di denti ne mortifica lo spirito.

Nel 1870 deve allearsi con la Prussia, per rispettare alcuni vincoli imposti dalla precedente sconfitta bellica, contro la Francia di Napoleone III che teme una forte espansione prussiana. Due guerre non volute, astutamente portate avanti dal Bismark che voleva fare della Prussia lo stato leader del nuovo “Reich” con la conseguente fine della sovranità della Baviera, tanto che Re Ludwig affermo un giorno “Eine Schattenkönig ohne macht”, cioè “Un Re ombra senza potere”.

Limitazione che mai riuscì ad accettare Lui fermamente convinto che un Monarca era tale per grazia divina!

Nel 1883, il 13 febbraio il suo “unico, diletto, grande amico” Richard Wagner muore per un attacco di cuore a Venezia e alcuni giorni dopo il suo corpo viene trasferito nella villa di Bayreuth dove tutt’ora riposa.

Il Re è sempre più solo e pochi sono coloro che gli rimarranno fedeli fino alla sua morte come l’aiutante di campo, il conte Durkheim Montmartin.

Maschera funeraria , Castello di Berg 14 giugno 1886; Herrenchiemsee König Ludwig Museum

Nessun capitolo della sua vita è dibattuto come quello della sua esautorazione e della sua morte.

La costituzione bavarese prevedeva una sola motivazione: si doveva dimostrare che Ludwig II era incapace di assolvere, per motivi di salute, agli incarichi di governo.

Il 10 giugno 1886 fu pubblicato il proclama: Re Ludwig II di Baviera era destituito e il Reggente Luitpold, assumeva la guida del regno.

All’inizio di giugno del 1886 Ludwig si trova nel suo castello di Neuschwanstein, mentre alle sue spalle si sta tessendo la tela per deporlo dal trono a favore di suo zio Luitpold. Il primo Ministro Lutz è uno degli artefici nella congiura e al dott. Bernhard v. Gudden psichiatra e medico personale del reale bavarese viene affidato l’incarico, unitamente a un team di altri medici, di elaborare una diagnosi di “incapacità mentale”, senza la benchè minima visita. Questo documento fu la chiave per l’interdizione di Ludwig II!

Re Ludwig II nella bara presso la cappella di Corte della Residenz (Monaco, 16-18 giugno 1886; Herrenchiemsee, König Ludwig Museum)

La notte del 12 giugno, ormai deposto dal trono, Ludwig viene arrestato mediante uno stratagemma e portato nel suo castello di Berg, nel frattempo trasformato in prigione.

Il 13 giugno, domenica di Pentecoste, nonostante la giornata piovosa Ludwig intorno alle ore 18 chiede ed ottiene di fare una seconda passeggiata. Su espressa richiesta del medico gli infermieri non devono seguirli. Dopo alcune ore non vedendoli tornare viene organizzata la ricerca dei due uomini fino a che vengono trovati morti a pochi metri dalla riva del lago.

Non appena la notizia della morte del Re arriva a Monaco tramite il discorso ufficiale del barone v. Crailsheim, vengono sollevati i primi dubbi sulle cause della morte riportate sugli atti ufficiali.

Per permettere l’ultimo saluto della città di Monaco al suo Re il corpo del sovrano viene custodito per alcuni giorni nella Hofkirche della Residenz eretta sotto il Duca Maximilian I (Herzog Maximilian I Joseph) dopo il 1600.

Residenz, Hofkirche

Sabato 19 giugno vengono svolti i solenni funerali di Stato a cui partecipa una moltitudine di persone mai vista, proveniente da tutta la Baviera, dalla Svevia, dalla Franconia, con treni speciali. Il percorso iniziale viene modificato ed ampliato a causa della enorme folla presente per l’ultimo saluto al Re. Campane e cannoni sono pronti ad accompagnare il feretro del Re nel suo ultimo viaggio e un temporale squarcia Monaco poco prima dell’arrivo della bara nella chiesa di San Michele. Il Re riposa in vesti nere dell’Ordine dei Cavalieri di St. Hubert; la sua mano sinistra regge la spada dell’Ordine mentre la mano destra custodisce un piccolo bouquet di gelsomini bianchi raccolti dall’Imperatrice.

Monaco, il feretro di Re Ludwig II arriva alla St. Michael Kirche (Neg. 14740/25; BSV)

L’imponente bara che custodisce le spoglie di Re Ludwig II si trova nella “Wittelsbacher Fürstengruft” nella chiesa di San Michele a Monaco, al centro della cripta con altri reali bavaresi tra cui suo fratello Otto (1848-1916) e suo zio Adalbert.

Alla sua morte la reggenza passò a suo zio Luitpold essendo suo fratello Otto già in cura dapprima a Nymphenburg e poi a Furstenried.

Il 16 agosto 1886 secondo una antica tradizione il cuore del sovrano bavarese fu portato ad Altötting, nella “Gnadenkapelle”, luogo di continuo pellegrinaggio, con una solenne cerimonia. Custodito in un urna si trova a fianco dell’immagine miracolosa.

Sempre presenti sono i fiori che ornano l’imponente feretro, come sempre presente è la gente che si riunisce per commemorare Re Ludwig II che rimane sempre vivo nei loro cuori!

Monaco, “Wittelsbacher Fürstengruft feretro di Re Ludwig II

Ancora oggi la morte dell’ultimo Re di Baviera è avvolta nel mistero ma nessuno vuole credere a quanto fu divulgato all’epoca!

Morte ancor oggi irrisolta ed ecco che la sua frase “Ein ewig Rätsel will ich bleiben mir und anderen (“Voglio rimanere un eterno enigma per me stesso e per gli altri”) che il sovrano bavarese disse all’attrice Marie Dahn Hausmann il 25 aprile 1876 (citazione che Ludwig prese dal poema “La sposa di Messina” di Schiller), risuona ancora oggi come una triste verità!

Sono circa tremila (secondo quanto riferito da fonti competenti) i volumi dedicati alla vita del sovrano che testimoniano l’enorme notorietà di questa figura storica, “l’unico vero Re di questo secolo” come lo definì il poeta P. Verlaine.

Quando ho intrapreso il primo viaggio in Baviera alla scoperta dei castelli “reali” e dei luoghi più importanti legati alla figura del sovrano mai e poi mai avrei immaginato di rimanere così profondamente ammaliato e qualcosa di intimamente profondo in me è cambiato!

Ricordo ancora oggi l’emozione che mi attanagliò nel momento di varcare per la prima volta il sublime castello di Neuschwanstein, quando vidi per la prima volta la “Venus Grotte” o il magnifico “Salone degli Specchi” di Herrenchiemsee. Immobile, quasi in trance, emozione intensa, incontrollabile, palpabile, evidente agli occhi di moglie e figlio dinanzi al maestoso feretro, dinanzi alla croce commemorativa nel punto in cui egli morì il 13 giugno 1886! Emozione immutata ancor oggi!

La sua storia, i suoi castelli, la sua morte, il legame con la sua terra vivo, forte, genuino, mi ha “commosso” e ha accresciuto a dismisura il mio profondo rispetto per questa storica figura ancora tanto ricordata.

Partecipare alle solenni celebrazioni in suo onore sullo Starnberger See, assistere alle celebrazioni ad Oberammergau, a St. Coloman, nel castello di Linderhof, a Murnau; parlare con i “fedeli” del Re, ascoltare i loro racconti, essere uno di loro in innumerevoli eventi legati al sovrano; andare alla ricerca dei suoi monumenti sparsi in tutta la Baviera; salire sulle montagne e fermarmi nei suoi rifugi come Bleckenau, ricercare tutti i luoghi dove il Re sostava per pranzare o per riposare come l’Alte Post di Garmisch, a Unternogg, a Seeshaupt; andare alla ricerca di ogni quadro, stele, targa, raffigurazione pittorica, documento sparsi per tutta la regione; parlare con illustri storici e eminenti scrittori profondi conoscitori del reale di casa Wittelsbach come Marcus Spangenber, Jean Louis Schlim, Markus Richter, Alfons Schweiggert e altro rappresenta, tutto ciò, un doveroso, intimo, atto di rispetto e devozione verso Re Ludwig II!

Anello di Re Ludwig II

Figura storica geniale perché nonostante il castello di Neuschwanstein emana ancor oggi un fascino particolare con quel suo aspetto medievale che richiama l’epopea di dame e cavalieri era costruito in cemento armato, dotato di telefono e riscaldamento; la sua slitta di rappresentanza era già elettrificata come anche la grotta di Venere grazie alla prima centrale elettrica di Baviera e la sua idea quella di voler costruire una specie di velivolo a vapore per oltrepassare le montagne intorno ai suoi castelli risultò all’epoca una idea sconclusionata senza sapere che soltanto 5 anni dopo la morte del sovrano, l’Ingegnere tedesco Otto Lilienthal realizzò i primi tentativi di volo costruendo una specie di monoplano.

Infelice per aver dovuto allontanare da Monaco Richard Wagner tanto da dire “Sein Todestag ist Mein Todestag ” di 32 anni più grande che aveva salvato dal fallimento pagandogli tutti i debiti e finanziando la costruzione del teatro di Bayreuth, il “Festspielhaus”; sfortunato perché il compositore approfittò di questo giovane Re rimasto incantato dopo aver visto una sua opera.

Sfortunato perché ha dovuto subire 2 guerre: nel 1866 nella disastrosa guerra delle “Sette Settimane” la guerra dei “fratelli” tedeschi a fianco dell’Austria contro la Prussia e poi quattro anni dopo nel 1870/71 contro la Francia, a fianco questa volta della Prussia del Bismark per obblighi imposti dalla precedente sconfitta, per motivazioni lontane dai pensieri del sovrano bavarese. Due guerre assolutamente non volute, volute invece dal Bismarck che voleva fare della Prussia lo stato leader del nuovo Impero tedesco con la conseguente fine della sovranità della Baviera, tanto che il sovrano disse “Eine Schattenkönig ohne macht“, “Un Re ombra senza potere”! Limitazione che mai accettò lui che era convinto che un monarca era tale per grazia divina.

Se oggi ammiriamo i suo castelli, Neuschwanstein, Linderhof ed Herrenchiemsee che richiamano milioni di visitatori da ogni parte del mondo e sono fonte di enormi guadagni per le casse dello Stato Libero di Baviera, se ancora oggi assistiamo alle opere di Wagner nel teatro di Bayreuth che registra sempre il tutto esaurito, questo lo dobbiamo a un Re che era molto amato dal suo popolo, un Re che ha lasciato una traccia profonda nella storia della Baviera, un Re che è divenuto un mito proprio come James Dean o Michael Jackson, Ludwig der zweite Konig v. Bayern!

Come tantissima gente io credo che la morte di Re Ludwig II abbia avuto un epilogo diverso! Ne sono fermamente convinto!

Ringraziamenti

Vivissimi ringrazimenti esterno alla Direzione del “Bayerische verwaltung der Staatlichen Schlösser Gärten und Seen” http://www.schloesser.bayern.de di Monaco di Baviera tra i più importanti Enti Museali del panorama europeo, per la costante e preziosa collaborazione fornita e per la concessione alla pubblicazione di n. 18 (diciotto) foto storiche tratte dagli archivi custoditi presso il castello di Nymphenburg (© Bayerische Schlösserverwaltung). Tutte le foto d’archivio del presente capitolo sono inoltre visibili presso il König Ludwig Museum del castello di Herrenchiemsee (http://www.herrenchiemsee.de. Sentiti ringraziamenti esterno al “Wittelsbacher Ausgleichsfonds” (WAF) pr la concessione della foto nella Cripta presso la Chiesa di San Michele.

Sono enormemente grato a S.A.R. Prinz Luitpold v. Bayern, Stefan Jetz, Gerhard Immler, Rosemarie Mann-Stein, Luca Pes, Markus Richter, Jean Louis Schlim, Alfons Schweiggart e Marcus Spangenberg (elencati in ordine alfabetico) che ho il privilegio di conoscere personalmente per la grande cortesia e la preziosa collaborazione evidenziata, fonte di pregiato sapere per le mie “conoscenze bavaresi”.

Rendo grazie a tutte le persone in virtù dei “doni” ricevuti che impreziosiscono la mia collezione, relativi a Ludwig II Re di Baviera per cui nutro profondo rispetto e devozione. L’elenco è veramente lungo per cui ringrazio (nuovamente) le persone (scusandomi eventualmente con chi non è stato citato) iniziando con S.A.R. Prinz Luitpold v. Bayern e proseguendo con Angelo Carbone, Daniela Citron und Walter, Armando D’Angelo, Marco di Cerbo, Mario Girotti, Nikolaus Kern, Kathy Langmann, Herbert Lipah, Federico Mordacci e Tania Nuzzo, Birgit Müller, Stefan Müller, Michele Nussbaumer, Monika Patzner, Luca Pes, Alexandra Prehofer, Angela Schiavone, Marcus Spangenberg, Christian Valentini.

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