Ogni volta che visito Linderhof un sentito saluto denso di rispetto va al monumento eretto nel 1982 che raffigura Re Ludwig II, collocato nel curato prato antistante il castello.
Il reale di casa Wittelsbach, futuro quarto Re di Baviera, ben conosceva la natura inviolata della valle del Graswang per averla frequentata durante la sua adolescenza.
Re Maximilian II, che morendo improvvisamente all’età di 53 anni, lasciò il trono di Baviera nelle mani del suo primogenito, aveva fatto edificare un padiglione da caccia, chiamato “Casetta del Re”.
Da una visita a Versailles nel 1867 nacquero i primi progetti del monarca per la costruzione di Linderhof.
A partire dal 1868 Re Ludwig fa totalmente ristrutturare, in diverse fasi costruttive, questo edificio fino a completarlo nel 1878.
Linderhof fu l’unico dei suoi castelli che il sovrano vide terminato e rimase la sua dimora preferita.
Esso fu circondato, nel contempo, da un imponente parco grazie alla progettazione dell’architetto Carl von Effner, il direttore dei giardini di corte.
Qui voleva emulare le gesta di Luigi XIV re di Francia, vero idolo per il reale bavarese. Il Re “Sole” che visse due secoli prima rappresentava per Ludwig II il suo ideale di monarchia, dove il Re esercitava pieni poteri senza alcuna ingerenza da parte dello Stato.
La facciata del castello celebra la casa reale bavarese con la figura mitologica di Atlante sul punto più alto, ma l’interno è un inno al re francese Luigi XIV.
La preziosa statua equestre in bronzo del regnante, copia ridotta di quella eretta a Parigi nel 1699 e poi andata distrutta, campeggia nel vestibolo che apre la visita del castello. Sopra la statua spicca un’ampia corona di raggi dorati che si estende a raggiera per quasi tutta l’ampiezza del soffitto, con al al centro l’effige del re francese, dove risplende il motto dei Borboni, retto da due putti “Nec pluribus impar” che si potrebbe tradurre con “Superiore ai più” o ancor meglio “Al di sopra di tutti”. Il motivo risiede nel fatto che Re Ludwig II aveva legami connessi alla funzione di padrino con la casata dei Borboni: egli era nato il 25 agosto giorno di San Ludovico e fu tenuto a battesimo da suo nonno, Re Ludwig I, il quale a sua volta era stato tenuto a battesimo da Luigi XVI, re di Francia della casa reale dei Borboni, che morì decapitato durante la Rivoluzione francese unitamente a sua moglie Maria Antonietta.
Al centro dell’ambiente da cui parte la scala si trova un pregiato vaso della manifattura di Sèvres (Francia), il cosiddetto “Vaso di Esther“, di un acceso blu cobalto, dono di Napoleone III. Ai piedi dello scalone centrale che si sdoppia salendo agli appartamenti “reali” si possono ammirare altri due vasi mentre sulle ringhiere dorate si mostrano due leoni (uno per lato), che reggono lo stemma bavarese.
Al primo piano sono ubicate le stanze reali e una delle prime sale ad essere ammirata è la “Sala della Musica”, che prende il nome da un piccolo pianoforte (“Pianino”) riccamente lavorato che – si narra – il Re suonava di persona.
In questa sala si trova un pavone di porcellana di Sévres, a grandezza naturale, che insieme al suo omonimo posto in una altra stanza, veniva messo fuori, ai lati dell’ingresso, per segnalare la presenza del Re al castello. Il monarca amava il pavone (che forse incarna con le proprie qualità, orgoglio e timidezza, l’animo del sovrano) era l’animale preferito dal sovrano, definendolo il capolavoro del creato.
Una piccola sala detta “Sala Gialla”, dal colore dominante ivi presente, collega quest’ultima alla “Sala delle Udienze”. Il trono sormontato da un baldacchino finemente lavorato, quasi di piccole dimensioni e poco appariscente rispetto allo sfarzo della sala, spicca per lo stemma bavarese con corona ricamato alle spalle della scrivania; corona presente anche nella parte finale del prezioso baldacchino sorretta da due angeli posti ai lati.
Attraverso un’altra saletta a forma di ferro di cavallo, detta “Saletta lilla”, per il colore dominante degli arredi si accede alla “Camera da letto” (“Schlafzimmer”) che, prendendo spunto dal modello francese di Versailles costituisce il fulcro del castello, l’ambiente più importante. La camera risulta essere la più sontuosa per sfarzo e dimensioni del castello, con una altezza di ben sette metri ed una ampiezza di ben cento metri quadrati. Il letto misura 2,60 metri di lunghezza per 2,40 di larghezza e rispecchia l’altezza del sovrano che superava il metro e novanta. Esso è ricoperto come il baldacchino da velluto blu, il colore preferito.
Il letto reale è cinto da una elaborata balaustra dorata che ne risalta la bellezza e la sontuosità. Al centro pende un prezioso lampadario con ben 108 candele e pesante circa 500 chilogrammi mentre sul soffitto si mostra un elegante affresco che raffigura Apollo sul suo carro, con le fattezza del Re Sole. Da questa camera il sovrano bavarese ammira l’intera cascata che partendo dalla collina dove si trova il “Padiglione della Musica” si getta nella Fontana di Nettuno (“Neptunbrunnen“).
Proseguendo si ammira la “Saletta rosa” che era adibita a spogliatoio del monarca, indi ecco la “Sala da pranzo” che ha al centro il famoso tavolo mobile (“Tischlein-deck-dick”), dotato di un montacarichi ubicato al piano sottostante, invenzione del XVIII secolo, che veniva imbandito e fatto salire. Su di esso trova dimora un vaso colmo di fiori di sottilissima porcellana, tanto da sembrare veri. Questo tavolo fu usato per l’ultima volta durante le riprese del film “Ludwig” capolavoro di Luchino Visconti del 1973.
Proseguendo si attraversa la “Saletta Azzurra” indi la “Sala ad est dei Gobelins” che è l’opposta corrispondente di quella ad ovest, dove si trova il secondo sfarzoso pavone.
L’ennesima sala sebbene non di vaste dimensioni, sembra essere infinita: essa è la “Sala degli Specchi”, (“Spiegelsaal”). Non c’è parte della parete che non ostenti un luccicante specchio. In particolare i due ampi specchi posti uno di fronte all’altro posti in prossimità delle porte creano l’illusione di una stanza infinita che grazie alla luce e ai mille colori rendono questa sala un ambiente da sogno! . Il lampadario presente in avorio finemente lavorato consta di circa trecento singoli pezzi ed è la parte più pregiata dell’intero castello.
Il Re bavarese amava i vasi: in questa sala se ne possono ammirare circa 90, differenti per colori, dimensioni e realizzazioni.
Visita che rimane impressa nel cuore!
La dimora preferita da Re Ludwig è arricchita da uno splendido parco opera dell’affermato architetto Carl v. Effner (a Monaco si trova una statua a lui dedicata posta nella centrale Maximilianplatz) e coniuga motivi rinascimentali e barocchi con parterre, cascate, giardini a terrazza, scalinate e sentieri. Il Re fu talmente contento del suo operato da insignirlo con titolo nobiliare, nel 1877, alcuni anni prima della sua morte. Di fronte alla facciata principale c’è una grande vasca che ha al centro un gruppo scultoreo dorato con al centro la Dea Flora.
A pochi metri vicino alle doppie scalinate che portano al “Tempio di Venere” disposte con armoniosità costruttiva si può vedere il poderoso e secolare Tiglio (in tedesco “Linde” da cui prende nome il castello) dove Re Ludwig si era fatto costruire una piattaforma cui accedeva tramite una scaletta in legno.
A ovest si apre il Parterre che è ubicato in corrispondenza della “Sala delle Udienze” che presenta due fontane dorate (la fontana della Dea Fama e poco oltre di Cupido con delfino) e a lato l’ennesimo prezioso vaso di maiolica della manifattura di Nymphenburg, sormontato da due putti. Parterre ubicato anche ad est con scultura in pietra e fontana.
Le aiuole armoniosamente decorate da fiori e da minuscoli alberelli disposti a regola d’arte impreziosiscono l’ambiente.
Dall’aiuola che presenta una stella di fiori (disegno rimasto inalterato nel tempo) il percorso a mo’ di pergolato porta in prossimità della “Venus-Grotte”, opera dell’architetto di corte George Dollmann.
La grotta principale con stalattiti e stalagmiti rappresenta il Monte di Venere menzionato nel primo atto dell’opera “Tannhäuser” e riprende la grotta azzurra di Capri. Un grande dipinto raffigura proprio Tannhäuser tra le braccia di Venere. Qui si trova un lago artificiale con una barchetta a forma di conchiglia.
Grazie all’apparecchiatura per produrre onde, per il riscaldamento,, per alternare luci soffuse e colorate e grazie e alla musica che permeava l’ambiente, il Re ormai profondamente deluso dalle questioni dello Stato sprofonda in un mondo magico, nel suo mondo ideale, che forse qui trova il suo apice e nel quale la musica wagneriana ha un ruolo fondamentale. Musica che insieme al gioco di molteplici luci colorate che si rispecchiano nell’acqua crea una suggestiva atmosfera che incanta ancora oggi!
Tutto questo grazie alla prima centrale elettrica di tutta la Baviera.
Proseguendo si giunge al “Chiosco Moresco” presentato all’Esposizione Universale di Parigi nel 1869 e acquistato da Ludwig che lo fece trasportare nel parco, arredandolo ancor più sfarzosamente.
Al centro della sala riccamente ornata e laminata si mostra una elaborata fontana in marmo di Carrara e dietro il sontuoso “Trono del Pavone”
Il percorso immerso nel verde porta dinanzi ad un’altra costruzione che costella il parco, la “Capanna di Hunding”. Nel 1876 la prima edizione del Festival di Bayreuth suscita in Ludwig profonde emozioni durante la rappresentazione del ciclo di opere legate alla saga wagneriana dell’Anello del Nibelungo (“Der Ring des Nibelungen”), tanto da far costruire nella foresta una capanna che fa parte dell’opera “La Valchiria”. Distrutta dal fuoco diverse volte fu ricostruita definitivamente secondo i dettami originali nel 1990 nel luogo dove si ammira oggi.
Al centro della stanza arredata con semplice mobilio in legno, domina l’albero di frassino da dove spunta l’elsa della spada “Nothung” che conferiva forza sovrumana a chi l’avesse estratta dall’albero. Qui il monarca si rifugiava immergendosi nella lettura.
Alcuni minuti bastano per arrivare davanti ad un’altra costruzione in legno, “l’Eremo di Gurnemanz”, anch’essa ispirata ad un’opera di Wagner, il “Parsifal”. Distrutta nel corso del tempo fu ricostruita in base all’originale ed edificata nel parco.
Il percorso si incunea, salendo, tra il lussureggiante verde circostante per arrivare davanti al “Tempio di Venere” da dove la visione del castello di Linderhof, lascia senza fiato!
La splendida veduta è resa ancor più spettacolare dall’improvviso getto d’acqua della fontana sottostante, che regala un’immagine da cartolina, da immortalare!
Attraverso le ampie scalinate si ritorna nella parte centrale del parco che dà sul castello, non tralasciando di salutare il busto di Maria Antonietta, consorte del Re di Francia, proprio come soleva fare il suo sfortunato committente. L’ultima visita va alla Cappella di Sant’Anna eretta per volere di un abate di Ettal. Il Re, fervente cattolico, fece rimodernare l’arredamento interno, assistendo frequentemente alla santa Messa.
Non lascio questo luogo senza dedicare l’ultimo saluto verso il monumento del sovrano, in segno di sentita ammirazione e profondo rispetto!
Il sottoscritto ha visitato il castello di Linderhof unitamente al parco durante il primo viaggio nel 2007 e successivamente nel 2009, 2011, 2015, 2016 e nel 2017 e 2019 in occasione del “König Ludwig Nacht in Schloss Linderhof“
Informazioni utili
Il castello di Linderhof si trova a circa 8 chilometri da Oberammergau, a circa 50 chilometri da Füssen e circa 95 chilometri da Monaco di Baviera. Dista dal confine italiano con l’Austria (Brennero) circa 105 chilometri. La strada (“B2”) che da Garmisch-Partenkirchen conduce ad Oberammergau e che dalla piccolo paese di Oberau cambia numerazione divenendo la “B23”, appena oltrepassato il famoso monastero di Ettal ha una diramazione (sulla sinistra procedendo verso Oberammergau) che tra il verde della Graswangtal, dopo aver oltrepassato il piccolo borgo omonimo, conduce al castello di Linderhof. Il castello è aperto tutto l’anno: da Aprile a metà Ottobre con orario 09.00-18.00 e dal 16 Ottobre a fine marzo con orario 10.00-16.30. Chiuso il 1° Gennaio, il martedì grasso, il 24, 25 e 31 dicembre con eventuali eccezioni comunicate dai rispettivi castelli/monumenti. Il castello è visitabile solo con visita guidata della durata di circa 30 minuti. I biglietti sono in vendita presso il Ticket Center ubicato nei pressi del parcheggio che costeggia il fiume Ammer, al costo di € 10,00 (rid. €. 9,00) che comprende anche la visita del vasto parco costellato da diverse costruzioni legate alla vita del sovrano. E’ possibile acquistare il “Königsschlösser-ticket” biglietto combinato che dà diritto all’ingresso nei tre castelli di Neuschwanstein, Linderhof ed Herrenchiemsee al prezzo di € 31,00. I minori di anni 18 entrano gratuitamente se accompagnati da un adulto. Il Parco è aperto soltanto nel periodo da metà Aprile a metà Ottobre con orario 09.00-18.00 (orario suscettibile di variazioni legate alla situazione meteorologica); costo del solo ingresso al parco €. 6,00 (rid. €. 5,00). La Grotta di Venere (“Venus Grotte”) è chiusa per lavori di ristrutturazione che si protrarranno per lungo tempo, orientativamente fino alla fine del 2024. Ulteriori informazioni reperibili sul sito: http://www.schlosslinderhof.de/ital/index.htm.
Ringraziamenti
Si ringrazia il “Bayerische Verwaltung der staatlichen Schlösser, Gärten und Seen” per l’autorizzazione alla pubblicazione delle foto presenti (di proprietà) e per la concessione e autorizzazione alla pubblicazione delle foto “storiche” e delle foto concernenti gli interni del castello di Linderhof, tutte numerate.