Nel 1133 il Margravio Diepold III di Cham-Vohburg, nobile bavarese, fondò il Monastero Cistercense di Waldsassen.
I primi monaci cistercensi arrivarono dall’Abbazia di Volkenroda in Turingia e nello stesso secolo fondarono altri monasteri a Bronnbach (Baden Württemberg), Walderbach (Baviera ) e in Repubblica Ceca (Ossegg).
La leggenda della sua fondazione fu trascritta nel XIV secolo e conservata; gli eventi che ne derminarono la fondazione sono raccontati nei dipinti che abbelliscono l’Abbazia. Secondo tradizione l’Abbazia di Waldsassen è la centesima Abbazia cistercense ad essere stata fondata.
I monaci di Waldsassen nel corso dei secoli si dedicarono alla stesura storiografica e alla letteratura religiosa svolgendo, successivamente, altre mansioni in qualità di docenti e autori. Un manoscritto del XII sec. conservato presso l’Abbazia di Klosterneuburg in Austria è il più antico libro appartenente alla comunità religiosa di Waldsassen.
La vita monastica si basava oltre che sui cardini fondamentali di preghiera e lavoro anche sulla lettura e la scrittura. In ossequio alla regola Benedettina i cistercensi spostarono al centro del loro stile di vita gli ideali di umiltà, semplicità e carità.
Gli scritti parte dell’opera monastica avevano un ruolo importante all’interno dell’Ordine cistercense il quale non prevedeva di corredare questi manoscritti con materiali preziosi, uniformando così gli antichi documenti di Waldsassen a questa regola.
All’indomani della soppressione dell’entità ecclesiale in seguito alla Secolarizzazione avvenuta nei primi anni del 1800, l’ordine dei monaci Cistercensi si insediò nuovamente a partire dal 1864.
La chiesa parrocchiale (“Stiftsbasilika St Johannes Evangelist und Mariä Himmelfahrt”) che si ammira oggi definita come una delle massime espressione del barocco religioso della Baviera fu eretta a partire dal 1685 e terminata nel 1704, come parte del complesso abbaziale di Waldsassen, grazie all’opera di diversi costruttori tra i quali Abraham Leuthner e i fratelli Georg e Christoph Dientzenhofer. Il 17 settembre 1969 Papa Paolo VI elevò il luogo religioso a status di “Basilica Minore“.
La navata principale ricca di cappelle e gallerie ammalia per la sua bellezza che si esprime lungo tutta la sua lunghezza di 83 metri.
L’altare maggiore opera dell’artista italiano Giovanni Battista Carlone eretto alla fine del 1600 si distende su due piani per tutta l’altezza del coro. La pala d’altare cinta da quattro colonne raffigura la Crocifissione di Cristo.
L’imponente altare maggiore è completato nella parte superiore da un dipinto circolare e da una serie di putti e statue.
Nella parte inferiore vanta un tavolo d’altare con tabernacolo a sfera della fine del 1600 opera dello scultore Karl Stilp di Waldsassen.
La parte della chiesa che ospita l’altare maggiore mostra una serie di bancarelle disposte su entrambi i lati. Risalenti alla fine del 1600 sono considerate tra le più belle espressioni della Germania meridionale. Diciotto stalli superiori sorretti da altrettanti putti e sedici stalli inferiori (divisi in due gruppi) per ogni lato creati alla fine del 1600 sono impreziositi da sette quadri ovali e altrettante statue (per lato) che raffigurano i dodici Apostoli con Maria e Gesù Cristo. A destra si legge (partendo dalla porta, presente anche dall’altro lato): S. Berhardus, S. Mathias, Susanna, S. Simon, Jonas, S. Thomas, Job (Giobbe), S. Philippus, Judith, S. Jacobus, David, S. Paulus, Jakob e Maria.
Otto sono gli altari laterali di notevole fattura che portano all’altare maggiore: dal lato sud (destro) si ammirano gli altari dedicati a S. Maddalena (“Magdalenenaltar“), S. Michele (“Michaelsaltar”), S. Benedetto (“Benediktsaltar”) e S. Bernardo (“Bernhardusaltar”) creati a partire dai primi anni del 1700.
Dal lato nord (a sinistra della navata) si possono ammirare nella stessa sequenza gli altari di S. Caterina (“Katharinenaltar”), S. Giovanni (“Johannesaltar”), l’altare egli Apostoli (“Apostelaltar”) e l’altare di Maria (“Marienaltar”)
Sulla sinistra della navata è visibile il pulpito creato nel 1715.
La chiesa vanta un prezioso organo con 103 registri e 7720 canne dei primi anni del 1700 e successivamente rielaborato. Dodici putti ognuno con uno strumento musicale “accompagnano” le melodie diffuse dall’organo.
La chiesa custodisce una collezione di rarissimo valore comprendente una serie di reliquiari (dieci scheletri completi) che raffigurano martiri cristiani originari di Roma vestiti con preziosi ornamenti.
Gli affreschi che decorano l’intero ambiente religioso sono opera del pittore Jakob Steinfels con lavori di stuccatura da parte dell’italiano Giovanni Battista Carlone. E’ presente una grande cripta che si sviluppa per tutta l’estensione della chiesa.
Grazie ai miei preventivi contatti ho il privilegio di visitare la biblioteca della Basilica di elevatissimo valore, conosciuta oltre confine.
La biblioteca nello stato attuale risale al periodo tra la fine del 1600 e la metà del 1700 (tenendo in considerazione che l’inizio originale porta la data del 1433), grazie al prezioso contributo dell’abate Eugen Schmid (suo il ritratto nell’androne che porta alla biblioteca). Due statue fiancheggiano l’intarsiata porta d’ingresso e su di essa è visibile l’opera lignea che rappresenta lo stesso religioso.
Appena dentro si rimane affascinati da tanta pregiata bellezza!
La biblioteca si estende per una lunghezza di circa 25 metri con una altezza di quasi 6 metri. La dotazione libraria, che comprende oggi circa duemila volumi, è custodita su due piani.
Dieci figure a grandezza naturale create da Karl Stilp sorreggono, proprio come degli “atlanti”, la galleria superiore che corre per tutta la lunghezza della sala. Guardando con attenzione i loro vestiti e le loro espressione si presume che essi siano una rappresentazione della superbia.
Entrando la prima figura a destra rappresenta l’ira raffigurata da un uomo con barba con un viso molto imbronciato e proseguendo dall’altro lato si passa davanti alla figura con folta barba che rappresenta l’eccentricità, seguita dalla figura che ridendo rappresenta la derisione e continuando dalla figura che rappresenta il vanto (raffigurata con un grosso coltello), dalla figura che rappresenta l’ignoranza, indi la speranza, la vanità, la curiosità, la stupidita, finendo con la figura che rappresenta l’ipocrisia impersonata dalla statua che ha sulla testa una specie di cicogna con lungo becco.
Notevoli gli affreschi che rendono ancor più preziosa la biblioteca di Waldsassen, opera di Karl Ofreiter di Bayreuth con stucchi creati dall’italiano Jacopo Appiani. I quattro affreschi presenti sul soffitto sono legati all’ordine dei Cistercensi, guidati da San Bernardo.
La mia visita prosegue alla “Grotta di Lourdes” (“Lourdesgrotte”) ubicata nelle vicinanze del complesso monastico di Waldsassen.
Il luogo religioso con la statua dell’Immacolata Concezione che riprende la famosa grotta di Lourdes fu creato grazie alla profonda devozione di una signora di nome Anna Rockstroh e domenica 29 ottobre 1905 la grotta fu inaugurata.
La cura del luogo religioso, meta di pellegrinaggio, orinariamente gestita dai religiosi del monastero è oggi svolta da una famiglia locale. La mia preghiera chiude la visita di questo prezioso luogo di culto, annoverato, ora, tra le mie conoscenze bavaresi!
Informazioni utili
La Basilica di Waldsassen si trova nell’omonima cittadina di Waldsassen che conta circa 8 mila abitanti, ubicata a pochi chilometri dal confine con la Rep. Ceca e situata ai confini della Foresta Bavarese. Dista circa 80 chilometri da Bayreuth (tramite la “B299”, “A93” e “B22”) e circa 270 Km. da Monaco di Baviera (con percorso interamente autostradale). Il confine di stato Italia-Austria (Brennero) dista circa 450 chilometri con percorso interamente autostradale. La “Grotta di Maria” dista dalla Basilica circa 2,2 chilometri, percorso effettuabile in auto. La visita della Basilica è libera ed occorre preventiva richiesta per la visita della Biblioteca (a pagamento).
Ringraziamenti
Si ringrazia la comunità religiosa di Waldsassen per la disponibilità fornita durante la visita della Basilica e della Biblioteca; sentiti ringraziamenti formulo a Herr Sigrid Fischer per la prezioza collaborazione fornita.