La Baviera

“Die Weiße Rose”, la Rosa Bianca

Il suo busto si staglia nell’atrio della prestigiosa “Ludwig Maximilian Universität” al cospetto di due possenti statue, nel cuore pulsante di Monaco. Lo sguardo fiero è quello della giovane indomita eroina che risponde al nome di Sophie Scholl.

LMU, il busto dell’eroina Sophie Scholl

La città di Monaco ricorda l’esistenza di questa ragazza resa celebre grazie alle gesta della “Rosa Bianca” (“Die Weiße Rose”) un manipolo di ragazzi che avevano conosciuto le atrocità della guerra nella Germania del secondo conflitto mondiale.

Opuscoli sul selciato dinanzi alla LMU

Questo fu il nome scelto da un gruppo di amici composto da cinque studenti dell’Università di Monaco Alexander Schmorell, Willi Graf, Hans Scholl, sua sorella Sophie (l’unica ragazza del gruppo), Christoph Probst.

Il gruppo dagli inizi del ’42 a Monaco inizia a osteggiare il regime dittatoriale del Nazionalsocialismo nella Germania nazista mediante la produzione e la diffusione dei loro opuscoli nella stessa Monaco e in altre città tedesche grazie agli aiuti ricevuti. Alla fine dell’anno si unisce il professore Kurt Huber.

Opuscoli sul selciato dinanzi alla LMU

Studenti di Medicina vengono preparati a specifici addestramenti per lavorare come aiuto-medico e infermiere e inviati negli ospedali da campo al fronte, interrompendo così gli studi. Nel maggio del 1941 Willi Graf viene inviato in Serbia, Polonia e Unione Sovietica con la qualifica di infermiere. Qui egli è testimone involontario di una sanguinosa guerra di conquista e sterminio.

Ritornato a Monaco nell’aprile del ’42 per continuare gli studi conosce Hans Scholl e Alexander Schmorell e il 23 luglio dello stesso anno vengono spediti per tre mesi sul fronte orientale in qualità di medici ordinari.

Varsavia si presenta ai loro occhi come una città devastata. Alcuni giorni dopo Hans Scholl in una lettera scritta ai genitori racconta dei bambini affamati per strada che gridano per avere un pezzo di pane. Dello stesso tenore è la missiva di Willi Graf che descrive la miseria dinanzi ai loro occhi.

Un treno attrezzato da ospedale conduce i giovani medici verso Mosca tra immani devastazioni.

I giovani studenti di medicina in qualità di “medici-ausiliari” assistono in prima persona alla tragica brutalità della guerra. Sul campo si confrontano direttamente con la popolazione civile instaurando con essa un solidale rapporto che cozza contro i rigidi regolamenti militari dell’epoca.

I primi quattro opuscoli vengono redatti a Monaco tra il 27 giugno e il 12 luglio del ’42 presso l’abitazione di famiglia del giovane Alexander Schmorell. Gli studenti fanno appello alla “Intellighenzia tedesca”, al senso di responsabilità propria di ognuno. Essi rifiutano “l’orribile guerra” e guardano la Germania sconfitta come una condizione per una nuova rinascita, per un nuovo inizio.

I loro scritti contengono estratti della letteratura antica e classica per persuadere e rinvigorire il dovere morale, auspicando una forma di resistenza prima di un disastro militare. “Ogni giorno migliaia di persone cadono in Russia… ma Hitler sta mentendo a coloro che ha derubato del bene più prezioso portandoli alla morte…” sono alcune delle frasi contenute nel quarto opuscolo della “Weiße Rose”. Segretamente vengono inviati a determinati destinatari a Monaco, compresi elementi interni all’Università.

Il quinto e sesto documento vengono prodotti nei primi due mesi del ’43nell’appartamento dove risiedono Hans e Sophie Scholl. Viene utilizzato un nuovo duplicatore che permette di stampare circa 6 mila copie. La carta, le buste e i francobolli, razionati in tempo di guerra, acquistati in grandi quantità mettono in serio rischio il loro operato.

Il 18 febbraio 1943 verso le ore 11 meridiane Hans e Sophie Scholl distribuiscono e lanciano alcune copie del sesto volantino dai corridoio dell’Università ma vengono scoperti da un custode vicino al partito e trattenuti. Entrambi vengono immediatamente arrestati a cui seguono altri arresti nel gruppo di Monaco.

I loro parenti vengono assoggettati alla direttiva sulla responsabilità familiare per le azioni dei membri.

Dopo quattro giorni di interrogatori conditi da torture il 22 febbraio 1943 il Tribunale del Popolo Nazionalsocialista in un processo farsa condanna a morte Christoph Probst, Hans e Sophie Scholl, che vengono ghigliottinati lo stesso giorno. Il 19 aprile lo stesso presidente del tribunale Roland Freisler decreta ulteriori condanne a morte per Alexander Schmorell, Willi Graf e il professore Kurt Huber.

Ulteriori pene detentive vengono comminate ad altri imputati e altri procedimenti giudiziari si svolgono a Monaco, Saarbrücken e Amburgo laddove tutte le richieste di clemenza vengono respinte.

Nel marzo del ’43 alcune copie del sesto opuscolo tramite un altro gruppo giungono a Berlino dove è attiva una rete di resistenza guidata da una giornalista Ruth Andreas-Friedrich insieme al direttore d’orchestra Leo Borchard che fornisce aiuto e materiale agli oppositori del regime. Il sodalizio rimane attivo fino alla fine della guerra con il nome in codice “Zio Emil” .

Hans Leipelt (amico dei fratelli Scholl) condannato a morte il 13 ottobre del ’44 e giustiziato il 29 gennaio del ’45 insieme a Marie Luise Jahn (condannata a dodici anni di prigione) e Traute Lafrenz (condannata a un anno di prigione per complicità) continua l’opera della “Rosa Bianca” ad Amburgo distribuendo i volantini dopo la morte dei suoi amici e l’eliminazione del gruppo cardine.

Il fiero gruppo della “Rosa Bianca” non esiste più!

Opuscoli sul selciato dinanzi alla LMU (nella foto Hans Lepelt)

In Geschwister Scholl Platz (Piazza Fratelli Scholl) tra Ludwigstrasse e Leopoldstrasse si trova la famosa Ludwig Maximilians Universität.

Sul selciato adiacente l’ingresso sono visibili alcuni frammenti dei famosi opuscoli redatti dai giovani studenti della Rosa Bianca e nel maestoso atrio dell’Università è visibile il busto di Sophie Scholl sempre accompagnato da un fiore.

L’università ospita un importante Museo dedicato alla “Rosa Bianca”, che racconta con l’ausilio di innumerevoli preziosi documenti, foto, articoli e oggetti, le gesta di questo coraggioso gruppo che combattè in modo non violento il regime nazista.

Molto interessanti sono gli opuscoli originali che furono distribuiti dagli studenti e la “Continental” la macchina da scrivere usata per la redazione degli stessi.

Tanti i libri dedicati al gruppo custoditi in diverse teche e di grande effetto gli esaustivi pannelli colmi di foto d’epoca, che raccontano in modo eloquente questo nefasto periodo!

Attraverso il monumentale ingresso (opera del genio di Leo von Klenze) in Odeonsplatz entro nel regale giardino di corte (Hofgarten) che riprende l’arte italiana, per recarmi dinanzi al “Memorial” in onore della Rosa Bianca. L’opera è un grosso cubo di granito scuro con incise alcune frasi a perenne ricordo (Zum Erinnern Zum Gedenken) di questo intrepido gruppo.

Il “Memoriial in ricordo della “Rosa Bianca”

L’imponente “Walhalla” opera neoclassica che si erge maestosa su una collina che digrada verso il Danubio fu voluta da Re Ludwig I.

Essa custodisce una preziosa serie di busti per commemorare illustre personalità tedesche.

Mi fermo dinanzi al busto di Sophie per esternargli il mio deferente rispetto!

Oggi la Rosa Bianca rappresenta uno dei più conosciuti gruppi tedeschi di resistenza, che fanno appello in modo non violento al senso di responsabilità di ogni individuo con il fine unico di libertà e giustizia!

Informazioni utili

Il Museo dedicato alla “Weiße Rose” e il busto che ricorda Sophie Scholl si trovano nella “Ludwig Maximilian Universität” nei pressi di Odeonsplatz a Monaco. La capitale bavarese ricorda l’ardimentoso gruppo con un grande cubo di granito ubicato nel cuore dell’Hofgarten, nei pressi della Cancelleria di Stato (Bayerische Staatskanzlei). Il Walhalla eretto tra il 1830 e il 1842 si trova nei pressi di Regensburg.

Ringraziamenti

Si ringrazia il personale direttivo del Museo e dell’Università per la preziosa disponibilità fornita durante la visita.

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