I miei viaggi

Il Museo dei Giocattoli (Spielzeugmuseum) di Norimberga

Norimberga è stata ed è tutt’ora per molti la “Capitale del Giocattolo”, appellativo che ha radici molto lontane.

I giocattoli esistono da quanto esiste l’uomo e ogni persona ha bisogno di giocare perchè il gioco rende felici e intelligenti.

Visitare (ancora una volta) il “Museo dei Giocattoli” (“Spielzeugmuseum”) di Norimberga ha il dono di farmi ritornare bambino grazie alla sua meravigliosa esposizione e racconta il modo di vivere di ieri e oggi accanto ai giocattoli del periodo.

Il Museo nasce grazie all’attività di collezionismo della signora Lydia e di suo marito Paul Bayer, passione nata negli anni ’20 e piacevolmente accolta dalla figlia, anche lei di nome Lydia, già in tenera età. Nel 1950 i coniugi Bayer si trasferirono a Würzburg dove la collezionista continuò la sua grande passione con il desiderio di aprire un museo dei giocattoli. Nel 1962 alla morte della collezionista la figlia Lydia Bayer jr. , storica dell’arte, ampliò la collezione di giocattoli trasformandola in un museo privato che prese il nome della collezionista non più in vita. Nel 1966 i “beni” di proprietà Beyer furono acquistati dalla città di Norimberga, che ancora non aveva un vero e proprio museo legato ai giocattoli e il 5 febbraio del 1971 il Museo dei Giocattoli venne inaugurato, proprio in concomitanza con la storica Fiera del Giocattolo di Norimberga.

Paul Bayer con sua moglie Lydia e la loro figlia

Ubicato in un antico palazzo nel cuore della città il Museo si sviluppa su tre piani ognuno comprendente diverse sezioni, con un’area espositiva di 1.400 metri quadrati dove sono presentati oltre 80 mila articoli.

La città di Norimberga creata con i giocattoli

L’ampia sala di ingresso regala già momenti emozionanti evidenziati dal meraviglioso modello della città di Norimberga costruito interamente con i giocattoli che ripropongono fedelmente monumenti e luoghi cittadini, non tralasciando la possibilità di giocare e scoprire.

Il primo piano è una esplosione di bambole dai mille colori e dimensioni molte delle quali abbinate alle case, alle cucine, ai negozi, numerosi giocattoli ottici e la più grande collezione di giocattoli di latta della ditta tedesca, di fama internazionale, E.P. Lehmann fondata nel 1881.

Merita particolare attenzione la suggestiva “sala”, parte integrante del Museo fin dal 2021, che tributa il doveroso “omaggio” alle due donne, “madri” del Museo del Giocattolo. La riproduzione del soffitto e dei pannelli fa parte dell’arredamento originale del Museo all’atto della sua apertura.

Salendo al piano successivo ecco ancora una lunghissima carrellata di giocattoli in latta e metallo sapientemente custoditi in numerose teche ed ognuno con la propria didascalia che riporta ditta costruttrice, città e anno di fabbricazione, rendendo il tutto ancor più interessante.

Merita una lunga sosta lo splendido plastico ferroviario, tra i più belli visti finora, chiamato “La Ferrovia di Omaha” (“Omaha Bahn”)

Esso si sviluppa su oltre 30 metri quadrati è ripropone il “nodo ferroviario” americano di una città dello stato americano del Nebraska (da cui il nome del plastico): Omaha. Un vero e proprio capolavoro di ingegneria realizzato a mano tra il 1950 e il 1974 in scala 1:64, dove si intrecciano una infinità di scambi, suoni, luci e treni che corrono in ogni direzione generando in ogni spettatore autentiche ovazioni di apprezzamento.

Lo splendido plastico ferroviario in scala 1:64 del Museo dei Giocattoli

L’ultimo piano (il terzo) ospita una sezione dedicata ai giocattoli dopo il 1945 e una ampia area giochi per i più piccoli.

Oltre 700 “pezzi” da collezione tra bambole griffate “Barbie”, gli insostituibili mattoncini Lego, innumerevoli modellini di treni, automobili, robot, Game Boy, giochi di società e giochi di strategia, custoditi in numerose teche ognuno con la propria didascalia, continuano a raccontare ai bambini ma anche agli adulti l’importanza del giocattolo.

Proseguendo sullo stesso piano ecco l’ampia e coloratissima area denominata “Kids on Top” dove i bambini sono i protagonisti “aiutati” sovente dagli adulti.

Lego, Barbie, Playmobil, Matchbox, invitano ancora una volta a giocare divertendosi e nel contempo raccontano la storia del giocattolo e le sue trasformazioni nel corso degli anni.

Lascio l’esposizione museale estremamente contento: la visita del “Museo dei Giocattoli” mi ha fatto ritornare bambino facendomi rivivere la spensierata fanciullezza!

Informazioni utili

Il “Museo dei Giocattoli” (“Spiezeugmueum”) di Norimberga è ubicato in Karlstraße 13/15, in centro città. Esso è aperto dal martedì alla domenica con i seguenti orari: martedì-venerdì, dalle ore 10 alle 17; sabato e domenica dalle 10 alle 18. Biglietto di ingresso: € 7,50; ragazzi fino a 18 anni: € 2,50; ulteriori prezzi agevolati per piccoli gruppi e famiglie. Numerose sono le mostre e gli eventi in calendario durante tutto l’anno nel Museo a favore di bambini e genitori che arricchiscono ulteriormente l’offerta museale, così come sono previste visite guidate per tutte le età, anche a favore di gruppi e scolaresche. Interessante è il tour “Childhood dreams” con gli adulti chiamati a ricordare i giocattoli “non più di moda” e i cambiamenti sociali che si riflettono nei giocattoli di oggi. Norimberga (Nürnberg) seconda città della Baviera per numero di abitanti dista dalla capitale bavarese circa 160 chilometri (percorso interamente autostradale tramite la “A9”).

Ringraziamenti

E’ motivo di grande piacere ringraziare la Dott.ssa Karin Falkenberg per la disponibilità esternata al sottoscritto fin dai primi contatti informali. Essere atteso ed avere il piacere di essere accompagnato durante la visita dell’interessante Museo è motivo di grande onore ed è ancora una volta il tangibile riconoscimento a questo mio incrollabile “amore bavarese”, frutto di tanto studio, serietà e …viaggi! Ringraziamenti sentiti e ripetuti all’uscita dal Museo con in mano il “prezioso” libro, parte integrante della mia cospicua collezione pro “Freistaat Bayern”. Ulteriori ringraziamenti esterno alla Direzione del “Museo del Giocattolo” per la concessione alla pubblicazione delle foto presenti in questo articolo.

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