Il “Kloster Benediktbeuern” è uno dei Monasteri Benedettini più antichi di tutta la Baviera. La sua fondazione risale ai primi anni del 700 con l’arrivo dei primi monaci benedettini e nel 739 fu consacrata la prima chiesa grazie a San Bonifacio. Distrutto a metà del 900 fu ricostruito e nel 1031 i monaci benedettini di Tegernsee si insediarono nuovamente.
Intorno al 1250 la biblioteca conventuale possedeva circa 250 manoscritti, tra cui i “Carmina Burana” una raccolta prevalentemente in lingua latina di canti e testi religiosi del Medioevo, qui custoditi e scoperti quando il monastero venne “secolarizzato” nel 1803. Questi testi diventarono famosi nel mondo grazie all’adattamento musicale sviluppato dal compositore tedesco Carl Orff nel 1937.
La “Secolarizzazione” che colpì tutta la Baviera e che portò alla soppressione di tutti i monasteri ed entità ecclesiali, pose fine all’attività millenaria dei Benedettini consegnando il complesso in mano ai privati. Divenuto, successivamente, di proprietà statale il complesso fu adibito a varie funzioni.
Nel 1930 la comunità dei Salesiani di “Don Bosco” acquisì il complesso provvedendo ad importanti opere di ristrutturazione, con benefici e migliorie per l’intera entità monastica. Oggi il Monastero è un importante centro di formazione non soltanto religioso ma anche scientifico ed educativo a disposizione della comunità. Occorre citare che l’Istituto è dotato dal 2001 di una propria moderna centrale di energia alternativa che soddisfa quasi totalmente il fabbisogno della comunità.
Già da ragguardevole distanza si notano i due svettanti campanili con le caratteristiche cupole a bulbo di cipolla e il caratteristico cartello “Grüß Gott in Benediktbeuren” allocato in un manufatto in legno con tanto di colorati fiori intorno, sancisce il mio arrivo nella piccola località bavarese (circa 3 mila abitanti).
I maggiori artisti dell’epoca tra i quali Georg Asam, Johann Baptist Zimmermann, Ignaz Günther e altri ancora, contribuirono ad edificare nella metà del 1600 il complesso conventuale secondo i dettami barocchi, fino a delinearne l’attuale silhouette.
Due ampi cortili curati e ricchi di fiori sono l’anticamera alla chiesa vera e propria dove spiccano i due campanili gemelli.
All’esterno merita attenzione il “Majerhof” edificio realizzato nel primi anni del 1700 considerato all’epoca una delle fattorie più grandi preso a modello architettonico ed oggi adibito a centro polifunzionale.
La facciata abbellita da decorazioni dal tenue colore è impreziosita da tre statue poste sopra il portone di ingresso della chiesa.
La chiesa parrocchiale di San Benedetto, anticamente chiesa del monastero, custodisce una reliquia conservata in una teca sotto l’altare maggiore, il braccio destro di San Benedetto, dono di Carlo Magno intorno all’anno 800 che di fatto dà il nome all’Abbazia di Benediktbeuern. Il luminoso interno tardo barocco che ancora una volta mi ammalia racchiude opere e decorazioni che impreziosiscono ogni centimetro del luogo religioso.
L’altare maggiore mostra la pala d’altare che raffigura in alto la Santa Trinità con a sinistra Maria e a destra San Benedetto, risalente al 1788. Ai lati dell’altare principale si possono vedere le statue di San Bonifacio (a sinistra) e San Ulrico (a destra).
Nella parte superiore l’altare si completa con l’orologio che vuole rappresentare la fragilità della vita; ai lati nei medaglioni sono raffigurati San Bernardo (sx) e Santa Scolastica (dx). L’affresco del coro rievoca la nascita di Gesù Cristo, opera prima di Georg Asam datata 1686.
Gli altri affreschi del soffitto creati sempre dall’abile mano di Georg Asam rappresentano il ciclo della salvezza dalla nascita al giudizio finale.
Nella parte destra della navata è presente il pulpito che mostra nella parte inferiore i quattro Evangelisti, Cristo e Maria; nella parte superiore simile a una torre si erge la statua dorata di San Benedetto.
Nell’ampia galleria sopra l’ingresso vi è il grande organo barocco costruito tra il 1682 e il 1696.
Grazie alla preziosa reliquia (visibile soltanto in determinate ricorrenze religiose) l’Abbazia di Benediktbeuern, insieme a Montecassino e St. Benoit-sur-Loire, è uno tra i più importanti luoghi di culto del mondo dedicati alla figura di San Benedetto. Come testimoniato dallo stemma papale posto all’ingresso della chiesa, nel 1972 Papa Paolo VI ha insignito l’edificio ecclesiastico con il titolo di “Basilica Minore”.
All’esterno, posta tra i due campanili si trova la Cappella di Sant’Anastasia (“Anastasiakapelle”). Costruita tra il 1750 ed il 1753 grazie all’opera dell’architetto bavarese Feichtmayr e consacrata cinque anni dopo, è considerata un gioiello rococò. Essa è dedicata al martirio di Anastasia che morì durante la persecuzione dei cristiani nel 305 durante la reggenza di Diocleziano.
Come riportato all’ingresso l’origine dell’attuale cappella risale all’anno 1704 al “Kochelsee-Wunder“, il “miracolo di Kochelsee, durante la guerra di successione spagnola, quando il monastero fu salvato grazie alle preghiere recitate ad Anastasia. L’altare maggiore cinto da colonne mostra nel dipinto la figura religiosa in aiuto verso le persone bisognose. Sotto la pala d’altare in un urna dorata sono conservate alcune reliquie giunte dall’Italia nel 1053 che sono conservate in un busto di argento. Il soffitto è decorato da un grande affresco dove si mostra Maria.
Informazioni utili
Il “Kloster Benediktbeuern” ubicata nel piccolo comune omonimo nel distretto di Bad Tölz (Oberbayern), si trova sulla (perfetta) direttrice viaria “B11” che dalla capitale bavarese si dipana fino alle vette alpine della regione chiamata “Ammergauer Alpen”. Dopo la visita consiglio una pausa presso il “Kloster-Café”. Monaco è distante circa 65 chilometri (a nord) e la coppia di laghi, il Kochelsee e il Walchensee, sono ubicati circa 15 chilometri più a sud. Garmisch è ubicata a circa 40 chilometri e per raggiungere il confine di stato Italia-Austria (Brennero) occorre percorrere circa 110 chilometri.
Ringraziamenti
Alla comunità religiosa dell’Abbazia va il mio ringraziamento per la disponibilità manifestata durante la visita; ringraziamenti che esterno a Michele Nussbaumer, partner anche in questa interessantissima visita.