Simbolo della città di Eisenach in Turingia (Thuringen) la “Wartburg” mi riporta alla mente il castello di Neuschwanstein e al viaggio che compì il suo committente Ludwig II Re di Baviera.
L’antico “Schloss” di epoca medievale inserito quale patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel dicembre 1999 domina dalla sommità di un colle l’intera città, è il suo simbolo e fu il luogo di importanti avvenimenti di alta valenza storica.
Il maestoso complesso fortilizio fu eretto, secondo la leggenda, nel 1067 dall’allora conte di Turingia Ludovico detto “Il Saltatore” (“Thuringen Landgrafen Ludwig der Springer”) e successivamente i discendenti divennero i “Langravi” di Turingia considerati già prima del 1200 tra i più autorevoli nobili dell’allora Sacro Romano Impero.
La Wartburg ottenne particolare importanza tra i castelli dell’epoca in quanto la sua storia fu legata soprattutto a eventi di alto spessore storico-culturale quali l’operato di santa Elisabetta , la traduzione del Nuovo Testamento e la storica gara dei cantori svoltasi nel 1206. Quest’ultimo evento fu portato alla ribalta dal compositore Richard Wagner (tanto caro a Ludwig II Re di Baviera) nell’opera “Tannhäuser”.
“Tolle Burg, tolle Stadt (“Grande fortezza, grande città”) recità il pannello informativo all’ingresso della città ed ha ragione visto che la Wartburg è visibile da ogni angolo della città.
Ci avviciniamo al castello percorrendo la “Wartburgalle” che metro dopo metro svela la complessità della Wartburg mentre reflex (del sottoscritto) e telecamera (dell’amico Michele, ancora una volta partner) sono già in attività.
Un eloquente pannello informa del prestigioso riconoscimento avuto dall’Unesco rendendo la visita ancor più interessante.
I duecento scalini che portano dinanzi alla fortezza sono percorsi in pochi minuti ed è tanto il desiderio, in cuor mio, di poter conoscere questo antico maniero.
La Wartburg presenta una architettura complessa ed elaborata dominata da una torre semicentrale quadrata sulla cui sommità svetta una croce dorata.
Il palazzo principale venne edificato dopo il 1170 e assolveva alle funzioni di residenza e rappresentazione con funzioni anche difensive.
Il ponte levatoio che oltrepassa il fossato conduce nel vasto cortile interno, anticamera della visita vera e propria, che inizia dopo l’atteso incontro con la referente del castello con cui ho instaurato un proficuo rapporto di collaborazione.
Apre la visita della Wartburg la Sala dei Cavalieri (“Rittersaal”) ubicata all’estremità nord del piano terra e suddivisa in tre sezioni. Alcuni elementi quali il capitello a forma di aquila, l’aspetto delle pareti e la colorazione fanno si che questa sala conservi ancora lo stesso aspetto dell’epoca. Essa veniva riscaldata dal camino (ricostruito) aiutato dal riscaldamento proveniente dal pavimento. Recenti studi hanno affermato che le sale adibite ai nobili erano situate al piano terra come anche testimoniato dai lussuosi arredi.
La “Sala da pranzo” (“Speisesaal”) si trova in posizione centrale rispetto alle altre sale e la particolare colorazione color rosso ruggine intorno alla finestra e alla porta riporta ai colori esistenti un tempo con parti del soffitto in legno di quercia originali.
In questa sala si trovano diversi oggetti d’arte della collezione presente nella Wartburg grazie al sostegno di Wolfgang Goethe che nel 1815 suggerì di allestire il museo, il quale spesso soggiornò e da cui trasse ispirazione per alcune sue opere.
Ancor più bella è la sala detta “Gineceo di Elisabetta” (“Elisabethkemenate“). Elisabetta, in seguito Santa Elisabetta, fu il più importante personaggio femminile del castello; nacque nel 1207 e al suo quattordicesimo compleanno fu unita in matrimonio al langravio di Turingia. Morì a soli 24 anni nel 1231 e nella sua breve esistenza prestò la sua opera verso i poveri e i malati favorendo la costruzione di diversi luoghi di riposo per i bisognosi, tra cui uno ai piedi del castello.
Quattro anni dopo la sua morte fu svolta la cerimonia di beatificazione.
Il bellissimo mosaico che si ammira nella sala e che la ricopre quasi per intero fu creato nei primi anni del ‘900. Esso ripercorre attraverso diverse raffigurazioni alcuni avvenimenti della vita di Santa Elisabetta.
La Galleria di Elisabetta” (“Elisabeth Galerie”) si compone di una serie di raffigurazioni pittoriche che illustrano importanti eventi legati alla vita di santa Elisabetta come l’arrivo della principessa al castello all’età di 4 anni; la leggenda del miracolo delle rose; il distacco dal marito che parte per le Crociate; la sua partenza dal castello dopo la morte del langravio; la sua morte a Marburg nel luogo che aveva costruito; le sue reliquie in occasione della sua canonizzazione.
La cappella (“Kapelle”) ricostruita dopo un incendio nel 1320 in stile romanico è ancor oggi adibita a funzioni religiose ed ospita concerti per organo.
Ma è la “Sala dei Trovatori” (“Sangersaal”) a destare il mio massimo interesse. In questa sala, secondo la leggenda, nel 1206 sei cantori (Minnesänger) e poeti famosi riuniti alla Wartburg parteciparono a una competizione canora a favore della famiglia del langravio. Venne anche stabilito che il perdente avrebbe dovuto essere giustiziato. I “trovatori” declamarono i loro versi rendendo omaggio al nobile definito persona generosa e saggia, tranne uno tale Heinrich von Ofterdingen che invece recitò un poema in onore del duca d’Austria.
Questo fu ritenuto offensivo nei riguardi del langravio stabilendo la sconfitta, ma grazie all’intervento della consorte venne risparmiato e l’anno successivo la gara venne ripetuta. Da questa leggenda Richard Wagner trasse spunto per comporre il “Tannhauser”.
Ludwig II Re di Baviera si recò alla Wartburg a cavallo nei mesi di maggio e giugno del 1867 (l’anno in cui all’età di 22 anni erano previste le nozze con Sofia sorella della futura Imperatrice d’Austria) e rimase affascinato da alcune sale del castello, tra cui proprio la Sangersaal. Da questa sala prese ispirazione per la creazione del suo primo castello: Neuschwanstein!
Rimango immobile e in assoluto silenzio al centro della sala che tanto colpì il monarca bavarese oltre 150 anni fa mentre la mia mente ne tratteggia la sua vita!
Nella sala spicca il portico che mi riporta alla mente la maestosa sala del “Trono” di Neuschwanstein. In esso sono presenti i testi delle opere presentate nella Wartburg (a differenza della decorazione presente nel castello di Neuschwanstein che richiama la foresta di Klingsor).
Nella parete, inoltre, si può vedere la grande raffigurazione che rievoca la gara dei cantori con impressa la seguente iscrizione “In diesem Saale wurde der Sängerstreit gehaltenden 7 Juli 1207 dem Geburstag der Heiligen Elisabeth“.
Al piano superiore cui si accede da un’ampia (ammodernata) scala si mostra la sala più sontuosa e grande dell’intero maniero che strappa unanimi consensi, la “Sala delle Feste” (“Festsaal”). Riccamente decorata mostra alcuni simboli sacri intagliati e decorati che rappresentano la vittoria del cristianesimo. I muri finemente lavorati sono arricchiti da raffigurazioni di personalità legate alla storia della fortezza simbolo di Eisenach.
Quattro sfarzosi lampadari che nuovamente mi riportano al castello di Neuschwanstein pendono da una volta a cassettoni assai elaborata. In questa sala nell’ottobre del 1817 cinquecento studenti appartenenti a 11 Università tedesche si incontrarono in occasione del trecentesimo anniversario della Riforma luterana e del quarto anniversario della storica “Battaglia delle Nazioni” (“Wölkerschlacht bei Liepzig”) che si combattè nell’ottobre del 1813 a Lipsia e che vide la Francia di Napoleone Bonaparte duramente sconfitta dalle forze della coalizione austro-russo-prussiana-svedese.
Alla sinistra sopra il camino si può notare una bandiera bicolore con stemma centrale color oro che ricorda l’evento studentesco, come la prima dimostrazione pubblica in Germania.
Notevole nel lato nord della sala, adiacente all’ingresso, il timpano che mostra al centro l’immagine di Carlo Magno seduto sul trono con a fianco alla sua sinistra Santa Elisabetta e dal lato opposto il langravio Ludovico.
Grazie alla pregevole acustica la sala ospita, ancor oggi, concerti e festival di musica ed è la suggestiva “location” dove viene riproposta la celebre opera wagneriana “Tannhäuser und der Sängerkrieg auf Wartburg”, che mi riporta alla mente nuovamente Re Ludwig e la suggestiva “Grotta di Venere”.
La visita continua con le stanze dove visse e lavorò Martin Lutero per quasi un anno, dal 4 maggio 1521 fino al primo marzo dell’anno successivo. Fu qui che il teologo inizio la sua traduzione del Nuovo Testamento in tedesco.
Interessante è la collezione di posate storiche acquistate per il castello nel 1843 ma risalente alla fine del XVIII secolo periodo che la colloca presumibilmente come la collezione più antica del suo genere. Essa copre un lungo periodo fornendo diversi elementi culturali di interesse.
E’ tempo di “rientrare” in Baviera ma non prima di un succulento “Thuringer Rostbratwurst aus Eisenach” ed un cordiale “Prosit” insieme a Michele, ancora una volta valido partner!
Informazioni utili
Eisenach (ab. circa 43 mila) è una città di antiche origini culla di Johann Sebastian Bach, dove visse Martin Lutero e attrasse il sommo Goethe. Ubicata in Turingia (Hauptstadt Erfurt, Km. 60), dista dal confine con la Baviera circa 120 chilometri (percorrendo la “A4”, “A71” e la “A73” verso Coburg). La capitale bavarese dista circa 380 chilometri (percorso interamente autostradale: Eisenach-Erfurt-Coburg-Bamberg-Nürnberg-Ingolstadt-München).
Ringraziamenti
Frau Gesine Borchert referente della Wartburg di Eisenach ha espresso, fin dal primo contatto, una fattiva collaborazione verso il sottoscritto. E’ stato motivo di grande onore conoscere personalmente la dipendente del complesso fortilizio-museale che ha esternato inoltre una eccellente competenza e tanta tanta disponibilità, accrescendo ancor più l’interessante visita. Si desidera ringraziare, inoltre, la Direzione della Wartburg di Eisenach per la concessione alla pubblicazione delle foto degli interni ad uso esclusivo di questo sito