Otto Ludwig Friedrich Wilhelm nasce nel castello di Nymphenburg all’epoca nei dintorni di Monaco di Baviera, poco dopo la mezzanotte del 25 agosto 1845 e la nascita fu accolta con lo sparo di 101 salve di cannone.
All’epoca in Baviera regnava suo nonno, Re Ludwig I e per una curiosa coincidenza quello stesso giorno ricorre il suo compleanno ed è in suo onore che verrà chiamato Ludwig.
Il giorno dopo, nella sontuosa cornice della “Festsaal”, viene battezzato, alla presenza dell’Arcivescovo di Monaco di Baviera.
Figlio del Re Maximilian II e Maria di Prussia, cugino della amata e sfortunata Sisi, la futura Imperatrice D’Austria Elisabeth von Wittelsbach, che dice di Ludwig: “Du bist sehr schon. Europeas schoenster koenig”, egli appartiene alla potente dinastia dei Wittelsbach che regnerà in Baviera con vari titoli per ben 738 anni, dal 1180 quando Ottone I viene incoronato Duca da Federico Barbarossa, fino allo scoppio della prima Guerra Mondiale.
Egli è un principe attento, molto colto ed istruito grazie ad una educazione alquanto rigorosa (essendo principe ereditario, ma senza tuttavia una specifica preparazione ai compiti che lo avrebbero atteso in futuro…) ed a uno scrupolosissimo ed intenso piano di studi che comprende molteplici materie.
Questa rigorosa fanciullezza rende il rapporto con i geni tori alquanto freddo e la nascita, avvenuta tre anni dopo, del fratello Otto non fa che acuire questa situazione. Alto un metro e novantuno centimetri supera di gran lunga il padre e grazie ad una preparazione severa anche nelle discipline sportive, è un giovane robusto e vigoroso. Diviene così un abile cavallerizzo ed esperto nuotatore.
Il 2 febbraio 1861 Ludwig assiste, per la prima volta, ad una rappresentazione di Richard Wagner, di cui aveva già sentito parlare, nel teatro di corte di Monaco, IL “Lohengrin”.
Questo evento segnerà per sempre la sua vita.
Il 10 Marzo 1864 suo padre Re Massimiliano II, muore improvvisamente all’età di 53 anni, lasciando la corona di Baviera nelle mani del suo primogenito, Ludwig, neanche diciannovenne, divenendo così il quarto re
di Baviera, dopo Maximilian I (Re di Baviera dal 1806 al 1825), Ludwig I (il nonno, Re di Baviera dal 1825 al 1848) e Maximilian II (il padre, 1848-1864).
“Sono divenuto Re troppo presto” ebbe a dire Ludwig in seguito e dopo aver trascorso un’infanzia dura e rigorosa lontano dall’affetto dei genitori sempre impegnati nella vita di corte.
Lontananza che si acutizzò nel 1848 quando Re Ludwig I fu costretto ad abdicare dopo lo scandalo con la ballerina Lola Montez e Ludwig divenne principe ereditario quando ancora non aveva tre anni.
Appena due mesi dopo l’ascesa al trono, il sovrano incontra Richard Wagner che troverà in lui il più grande ammiratore e mecenate (salvandolo dal fallimento economico!). Nello stesso anno durante un periodo di villeggiatura, incontra l’amata Sisi, sua cugina ed Imperatrice d’Austria. Nonostante sia più grande di Ludwig di otto anni, il loro legame sarà sempre molto forte, entrambi non sopportano la rigida vita di corte ed entrambi avranno un triste destino.
Un Re colto, intelligente, religioso, romantico, idealista, geniale, votato alle arti, alla storia, alle antiche eroiche imprese cavalleresche che tanto lo avevano colpito quando da bambino vagava nel castello dei suoi genitori, a Hohenschwangau, ma infelice e sfortunato.
Geniale perché nonostante il castello di Neuschwanstein emana ancor oggi un fascino particolare con quel suo aspetto medievale che richiama l’epopea di dame e cavalieri era costruito in cemento armato, dotato di telefono e di riscaldamento.
La sua slitta di rappresentanza era già’ elettrificata come anche la “Venus Grotte” nel parco di Linderhof, grazie alla prima centrale elettrica di Baviera e la sua grande idea quella di un velivolo a vapore per oltrepassare le montagne intorno ai suoi castelli risultò’ all’epoca sconclusionata quasi una pazzia, senza sapere che soltanto 5 anni dopo la sua morte (1891) l’ingegnere tedesco pioniere della futura aviazione Otto Lilienthal realizzò i primi tentativi di volo costruendo una specie di aliante ad unico piano alare (monoplano) ed oggi si e’ capito che quel suo grandioso progetto non era in effetti una idea illogica.
Infelice per aver dovuto allontanare dalla città che gli aveva dato i natali, il suo unico diletto grande amico, Richard Wagner di 32 anni più grande di lui, che aveva letteralmente salvato dal fallimento economico, pagandogli tutti i debiti contratti e finanziando la costruzione del “Festspielhaus” a Bayreuth, tanto da dire “Sein Todestag ist mein Todestag”.
Sfortunato perché Wagner approfittò di questo giovane re rimasto folgorato dopo aver visto una sua opera, il “Lohengrin” il 2 febbraio 1861 nel teatro di corte, tanto da vedere in lui il salvatore dell’arte tedesca, il più grande regalo da fare un giorno al suo popolo.
Evento questo che cambiò per sempre la sua vita.
Sfortunato perché ha dovuto subire 2 guerre assolutamente non volute: nel 1866 per una vecchia questione relativa ai ducati dello Schleswig ed Holstein (abitati da tedeschi e danesi dopo la decisione del re Danese Cristiano IX di voler annettersi il ducato tedesco che fu pretesto per un intervento militare della Prussia e successivamente dell’Austria) e che sfociò nella disastrosa guerra delle “sette settimane” a fianco dell’Austria e contro la temuta Prussia del Bismark e poi, in seguito a patti conseguenti la sconfitta, a fianco della Prussia contro la Francia nel 1870 per motivazioni ben lontane dai pensieri del sovrano ovverosia la successione al trono vacante della Spagna offerto alla casata prussiana degli Hohenzollern che aveva trovato il forte diniego della Francia di Napoleone III che temeva una forte espansione prussiana.
Due guerre non volute pertanto preludio alle atrocità’ della prima Guerra Mondiale, combattute non con cappa e spada ma con i primi terribili fucili a ricarica, combattute non per l’onore ma per il predominio di popoli su altri popoli.
Due guerre invece volute ed astutamente portate avanti dal Bismark che intendeva fare della Prussia lo stato leader del nuovo Reich tedesco, con la conseguente fine della sovranità della Baviera, tanto che re Ludwig disse: “Eine schattenkonig ohne macht”, Un re ombra senza potere…”. Condizione che mai riuscì ad accettare lui fermamente convinto che un Re era tale per grazia divina.
Il sipario cala tristemente nel giugno del 1886.
Nella notte tra l’11 e il 12 giugno, Ludwig viene arrestato, ormai deposto dal trono, mentre si trova nel suo castello di Neuschwanstein e deportato nel suo castello di Berg sulle rive dello Starnbergersee, nel frattempo trasformato in prigione.
La sera del 13 giugno (domenica di Pentecoste) durante una passeggiata con il suo medico-psichiatra Von Gudden lo stesso che aveva stilato la diagnosi di incapacità mentale (senza la benché minima visita, ma basandosi solo su congetture e documenti creati ad arte), viene trovato morto nelle acque del lago, a pochi passi dalla riva insieme al suo medico.
Sabato 19 giugno si svolgono a Monaco di Baviera i solenni funerali di stato a cui partecipa una folla immensa mai vista prima di allora.
Nella mano destra Ludwig tiene un mazzo di gelsomini regalo della cugina Sisi la quale profondamente avvilita non partecipa ai funerali. Ancor oggi ogni anno si commemora la sua morte sulle rive del lago laddove e’ stata posta una croce in suo onore ed ancora oggi tanti sono i fiori che vengono portati sulla sua tomba nella “Wittelsbacher Furstengruft” (cripta reale della famiglia Wittelsbach) a Monaco, nella chiesa di san Michele.
Se oggi ammiriamo i suoi sontuosi castelli che richiamano milioni di visitatori da ogni parte del mondo, se ancora oggi assistiamo alle opere di Richard Wagner, rappresentate nel teatro di Bayreuth che registra sempre il tutto esaurito, questo lo dobbiamo ad un Re ancora tanto amato e ricordato che amava la sua terra, un Re che è diventato un mito proprio come Michael Jackson o James Dean, un Re che è entrato nella storia: Ludwig der zweite König von Bayern.